un bel quartiere
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Miglior libro dell’estate: “Un bel quartiere” di Anne Fowler

Il primato del miglior libro dell’estate 2022 quest’anno se l’è aggiudicato il romanzo “Un bel quartiere” di Anne Fowler, un testo coinvolgente che ho letto tutto d’un fiato.

Un bel quartiere racconta una vicenda incentrata prevalentemente sulle tematiche del razzismo nell’America del Sud. Una storia profonda, che mi ha fatto riflettere, a tratti arrabbiare e, non nego, anche versare qualche lacrima.

un bel quartiere

La narrazione è fluida e scorrevole, il linguaggio adottato dall’autrice è semplice ma incisivo. Inizialmente, lo ammetto, sono stata colpita dal libro per la copertina. Subito dopo aver letto la trama, invece, sono corsa in cassa ad acquistarlo (avvincente e realistica, mi ha incuriosita parecchio).

Anne Fowler, a mio avviso, ha talento da vendere. È una scrittrice che, oltre a trattare argomenti che ruotano intorno al razzismo, affronta temi come l’ecologia, il sistema giudiziario americano e i conflitti sociali, interessanti da approfondire anche per avere un quadro più dettagliato sui comportamenti dei personaggi.

Chi sono i personaggi

L’autrice oltre a descrivere molto bene il carattere di ogni personaggio ci permette di comprenderne la psicologia. Questo, come spesso accade durante una lettura, porta il lettore ad affezionarsi o rispecchiarsi in qualcuno.

Io, per esempio, verso metà libro, ho iniziato a provare tenerezza per Xavier, che ho soprannominato “il ragazzo di altri tempi”, e un senso di rabbia e ingiustizia verso uno dei membri della famiglia dei Whitman.

Oltre a Xavier, figlio di Valerie e futuro studente del Conservatorio di Musica di San Francisco, i protagonisti che danno vita all’opera sono Valerie Alston Holt insegnante di silvicoltura ed esperta in botanica, Brad Withman titolare del negozio di climatizzatori, sua moglie Julia, una donna curata che, come afferma la narratrice “sembra uscita da un catalogo sportivo”, Lily la figlia più piccola, e Juniper, la sorella maggiore, una ragazza di diciassette anni umile e riservata che però, come tutte le sue coetanee, nasconde qualche segreto.

Tra i personaggi anche l’ambientazione

Il racconto è ambientato a Oak Knoll, una piccola cittadina della Carolina del Nord, in America. L’ambientazione, in questo caso, gioca un ruolo molto importante. Non si può capire a pieno la mentalità dei personaggi senza spendere due parole sul contesto in cui sono inseriti.

Nel corso della narrazione l’autrice stessa dichiara che: “il luogo, nelle storie ambientate nel Sud degli Stati Uniti, rappresenta un personaggio al pari degli altri”.

Oak Knoll è un grazioso quartiere periferico nato in America negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale. Una zona con strade e marciapiedi larghi, ricca di vegetazione e di case di mattoni in stile ranch: per Valerie rappresenta il luogo perfetto.

Si tratta di un quartiere apparentemente progressista, dove il concetto di diversità tra neri e bianchi sembra essere superato.

In realtà, Oak Knoll, come la maggior parte dei distretti del Sud, è un quartiere dove ancora si fatica a superare certi stereotipi, dove ancora si respira aria di chiusura, dove la gente vive ancora di pregiudizi.

A Oak Knoll se una donna incinta, molto scura di carnagione (Valerie) passeggia con affianco suo marito, alto, biondo ma soprattutto bianco, non passa inosservata. E’ un posto non ancora predisposto all’accoglienza totale, quantomeno non a livello culturale e ideologico.

Nei primi capitoli c’è un paragrafo che definisce perfettamente i tratti di questo quartiere e della sua gente, ecco un breve astratto:

“Valerie, aveva portato Tom (suo marito) a fare una passeggiata e a vedere quanto fosse adorabile il quartiere per loro e per il bambino in arrivo”

“Alcuni di noi ricordano di averli visti quel giorno, Valerie con la pelle scurissima, in forte contrasto con il marito, alto e biondo. Non possiamo fingere di non aver fatto caso alla differenza”.

La vicenda

Valerie Alston Holt e suo figlio Xavier vivono a Oak Knoll. Da poco, accanto a loro si sono trasferiti i Whitman, una famiglia composta da Brad Whitman titolare dell’omonima azienda di climatizzatori, sua moglie Julia e le due figlie Lily e Juniper.

Valerie è un’insegnante di ecologia, esperta di botanica e appassionata di piante. La sua terapia preferita, nel tempo libero, è prendersi cura della sua quercia, alta ben venticinque metri, e delle sue creature, i fiori. E’ proprio a partire dalla quercia che si susseguiranno una serie di eventi a catena che sfoceranno in un finale tragico, o come lo definisce l’autrice “quasi Shakespiriano”.

La quercia, infatti, ha un valore affettivo inestimabile per Valerie, che la considera uno dei suoi gradi amori, seconda dopo il figlio. Quest’albero le ricorda Xavier da neonato sull’altalena di tela rossa, appesa a uno dei rami più bassi; Xavier a dieci anni e la casetta in legno costruita da suo zio. La quercia per Valerie è un membro indissolubile della sua famiglia, un affetto al quale non potrebbe mai rinunciare e che difenderebbe con tutte le sue forze.

Oltre alla quercia, c’è un’altra parentesi da aprire che, stavolta, vede coinvolti Xavier e Juniper. I due giovani, che prima diventano amici e poi si innamorano, sarebbero pronti ad affrontare le disapprovazioni delle rispettive famiglie pur di difendere i loro sogni insieme.

Brad Whitman però, intacca le radici della quercia tanto amata da Valerie, superando i confini e ogni tipo di regola di buon vicinato.

Da questo momento, nonostante l’amore sbocciato tra i ragazzi, i due nuclei sono destinati a scontrarsi. La guerra che si prospetta è spietata e crudele, ma soprattutto custodisce indirettamente il seme dell’odio razzista.

Il finale, inimmaginabile e tragico, da esito a un evento cosi drammatico che disarma il lettore, lasciandolo con un profondo senso di sgomento e impotenza. Proprio come è successo a me: a un certo punto, avrei voluto entrare nell’opera, fermare il tempo e convincere i personaggi a fare scelte diverse.

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